Di Pietro ha una fortuna sfacciata. Non passa giorno senza che il Cainano e i suoi house organ lo additino come il pericolo pubblico numero uno. Così, se qualche suo elettore aveva dubbi sull’opportunità di allearsi col Pd, la banda del buco provvede quotidianamente a dissiparli, seguita a ruota dal prof.Angelo Panebianco che, con un allarmato editoriale sul Corriere contro l’intesa Pd-Idv, ha definitivamente indicato alle persone perbene da che parte stare.
Ieri Berlusconi, sempre più buono e moderato, dialogante e riformista, ha dichiarato: “Io ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte, è un campione della cultura giustizialista, l’uomo delle manette”. Ringalluzzito dalla scomparsa del conflitto d’interessi dalle priorità del Pd e da un pezzo di Sergio Romano che paragona il rapporto Berlusconi-Mediaset al rapporto Ds-coop rosse, il Cainano ha aggiunto che “il conflitto d’interessi non esiste” e per le tv “l’arrivo del satellite risolverà tutto” moltiplicando le reti. Forse voleva dire “digitale”, perché il satellite c’è da un bel po’, si paga caro e non ha risolto niente. Mentre il digitale non esiste almeno fino al 2012.
Ora, mancando minimo 4-5 anni al Regno di Saturno, ci sarebbe una sentenza della Corte europea che boccia le proroghe concesse a Rete4 in fase transitoria dalle leggi Maccanico e Gasparri (come pure dall’abortita Gentiloni), e una procedura europea d’infrazione che, se la Gasparri non sarà smantellata entro un anno, costerà all’Italia 400 mila euro al giorno con effetto retroattivo da luglio 2006. Purtroppo anche Uòlter, in nome di un malinteso fair play, ripete che risolveranno tutto il digitale e la Gentiloni, poi le frequenze saranno redistribuite con una nuova gara. In realtà la gara per la concessione (con relative frequenze) c’è già stata nel 1999, Europa7 l’ha vinta, Rete4 l’ha persa, dunque bisogna restituire subito il maltolto al derubato. E, prima di bandire nuove gare, attuare quelle vecchie.
È questo che preoccupa il Cainano e la sua banda larga: che Uòlter, pungolato da Di Pietro, scopra la sentenza europea e la prenda sul serio. Il fatto che abbia già ottenuto l’esclusione dei condannati anche in primo grado dalle liste del Pd, con gran soddisfazione degli elettori suoi e del Pd, dimostra che il suo ruolo è tutt’altro che decorativo. Infatti il Giornale e Panorama fanno a gara nel dipingerlo come un volgare delinquente. In 15 anni questi segugi del giornalismo investigativo a caccia di malaffari politici, non si sono mai imbattuti in un solo membro della famiglia Berlusconi né del suo partito né della sua coalizione, ma in compenso hanno scovato un terribile scheletro nell’armadio dell’ex pm: un’inchiesta che lo riguarda a Roma, nata dalle denunce di un ex dirigente dell’Idv. Per la verità l’avevano già scoperto due anni fa, a una settimana dalle elezioni del 2006.
Nel frattempo il pm Giancarlo Armato ha esaminato le denunce, le ha confrontate con le carte portate da Di Pietro, ha concluso che son tutte fesserie e ha chiesto l’archiviazione senza neppure il bisogno interrogare l’ex pm. Il quale intanto ha vinto ben 13 cause civili intentategli dallo stesso denunciante. Ieri il Giornale ha speso altre tre pagine per dimostrare che Di Pietro avrebbe “un partito pieno di inquisiti”. Si tratta di 6 o 7 amministratori locali finiti sott’inchiesta dopo la loro elezione. Di Pietro ha detto che non li ricandida, anzi ne ha espulso o sospeso un buon numero. Ma il Giornale ha scoperto un fatto ancor più agghiacciante: una volta l’Idv candidò in Sardegna un ex iscritto alla P2.
Che sconcezza. Un piduista in lista, ma si può? A questo scandalo il Giornale di famiglia della tessera P2 n.1816 pubblicherà un aspro commento dell’on.Fabrizio Cicchitto (n.2232). Seguirà un approfondimento su Canale5 (diretto da Massimo Donelli, n.2207), a cura di Maurizio Costanzo (n.1819), con Publio Fiori (n.1878), Fabrizio Trecca (n.1748), V.E. di Savoia (n.1621), Roberto Gervaso (n.1813) e Gustavo Selva (n.1814), dal titolo: “P2 e conflitto d’interessi, la sai l’ultima?”.
Marco Travaglio
fonte: ComeDonChisciotte