Questa forma di commercio è stata ideata dagli Olandesi, negli anni Ottanta.
I cafetaleros, i coltivatori di caffè dell’America Latina, erano all’epoca costretti a vendere i loro prodotti a prezzi bassissimi, e gli incassi riuscivano appena a ripagare i costi di produzione.
Questo perché il lunghissimo ciclo di intermediazioni commerciali che permetteva al caffè prodotto di arrivare al consumatore, garantiva ai vari intermediari di trattenere per se un gran margine di incassi, le aziende “ingrassavano†e i produttori facevano la fame.
Un gruppo di produttori olandesi si offrì dunque di comprare piccole quantità di caffè per poi rivenderle sul mercato olandese, in modo tale da distaccarsi dal circolo di speculazioni.
L’iniziativa, identificata dallo slogan “Trade not aid (commercio, non aiuto), in breve si indirizzò a moltissimi altri prodotti sia alimentari sia artigianali, oggi disponibili in Europa nelle Botteghe del Mondo, dando vita a ciò che oggi è conosciuto come Mercato Equo e Solidale.
Il consumatore, perciò, diventa da una parte più consapevole, ed entra in contatto diretto con la fonte che produce la merce, dall’altra permette ai paesi del Sud America di crescere, di sviluppare la propria economia tramite questi incassi a prescindere dalle forme di aiuto assistenziale.
Come base prima di questa tipologia di commercio vi è indubbiamente un maggior rispetto verso il lavoro e verso l’impegno di popolazioni che hanno sempre trovato difficoltà a rientrare nel meccanismo di scambi che rischia di diventare, più che una normale pratica di commercio, un gioco a tavolino che prescinde ed è poco interessato al prodotto stesso commerciato, in favore dell’arricchimento dei già ricchi.
Per questo il Mercato Equo e Solidale è indubbiamente una forma di scambio più sana, naturale, e come la parola stessa suggerisce, più giusta per entrambe le parti, produttore e consumatore.
In Italia il Mercato Equo e Solidale si sviluppò nella metà degli anni Ottanta, grazie all’interessamento di associazioni che già da qualche anno fornivano aiuti ai Paesi del Terzo Mondo.
Attualmente sul territorio sono presenti oltre 450 botteghe dei Mercati del Mondo, e dal 1995 grazie alla nascita del marchio TransFair , i prodotti dei Mercati sono presenti anche sui circuiti di vendita tradizionali.
TransFair è membro FLO (Fairtrade Labelling Organizations International ), un’organizzazione senza scopo di lucro, con sede in Germania, fondata nel 1997.
Essa, tramite FLO-cert, un’agenzia indipendente, fornisce garanzie ben precise sulle caratteristiche dei prodotti del Mercato Equo e Solidale e sui rapporti che intercorrono con i produttori.
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I prodotti devono venire esclusivamente dell’America Latina, da produttori organizzati collettivamente e democraticamente. Ogni intermediazione non necessaria è proibita.
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Il prezzo di vendita della merce viene deciso con i produttori e deve non solo coprire i costi di produzione ma garantire delle entrate dignitose ai lavoratori
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I contratti tra produttori e importatori devono essere almeno annuali, e rinnovabili
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i produttori hanno il diritto ad incassare il 60% del valore del contratto prima della spedizione della merce (per evitare l’indebitamento e il ricorso agli usurai)
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i prodotti devono soddisfare le richieste di mercato, questo per stimolare la crescita e lo sviluppo delle moderne tecniche di produzione