Israele ha portato vita e libertà

«Anche ammesso che si debba condannare l’intervento attuale […]  questi studenti non sanno che con la nascita dello Stato d’Israele nel 1948 si ebbe l’affermazione della libertà e della vita sulla tirannide e la barbarie» – Carlo Di Castro, docente di Meccanica Statistica a La Sapienza e membro della comunità ebraica di Roma

Evidentemente questo docente non solo non conosce la storia ma non è in grado neppure di cogliere la differenza tra la realtà che si vive oggi in Israele/Palestina e “la libertà e la vita”

fonte della citazione: la Repubblica

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un senatore a vita colluso con la mafia

ma il reato ovviamente non ha avuto conseguenze penali né di alcun altro tipo… ma si sa che l’Italia è il paese delle opportunità (per i mafiosi, piduisti e raccomandati)

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Manca l'uranio, altro che nuove centrali nucleari!

L’uranio sta finendo, fra il 2015 e il 2025 le centrali nucleari dovranno fermarsi per mancanza di combustibile.

Adesso che il Governo vuole imporre anche con la forza le centrali nucleari, Berlusconi forse farebbe bene ad ascoltare una voce che, mica dai no global!, viene dal centro-destra.

E’ quella della svizzera Isabelle Chevalley, dottore in chimica, fondatrice di Ecologie libérale, che si autodefinisce appunto “un movimento di centro destra”. Dell’uranio Isabelle Chevalley ha scritto sul suo blog 24 Heures. Ecco cosa dice.

Dal 2001 al 2007 il prezzo dell’uranio si è moltiplicato di 10 volte, da 7 a 75 dollari la libbra. A partire dal 1991 non si è estratto uranio a sufficienza per far fronte alle necessità delle attuali 450 centrali nucleari.

Nel 2003, la metà del fabbisogno è stata soddisfatta da scorie militari.

I giacimenti che vengono scoperti attualmente sono quasi tutti più poveri di uranio rispetto a quelli già sfruttati.

Soprattutto, un giacimento non viene mai sfruttato fino in fondo perché l’operazione non è conveniente dal punto di vista economico, nonostante l’alto prezzo.

Il prezzo del combustibile ora pesa solo per il 5-10% sul costo di una centrale. Il principale ostacolo allo sfruttamento dei giacimenti di uranio è legato ad ostacoli tecnici, quale che sia il prezzo di vendita.

Perciò la mancanza di uranio limiterà a poco a poco l’utilizzazione delle centrali nucleari fra il 2015 e il 2025. E’ bene pensarci prima di mettere in cantiere nuove centrali nucleari, nota Isabelle Chevalley, dato che si ammortizzano in 40 anni di funzionamento. Quarant’anni, almeno.

Si troveranno nuovi giacimenti? Le miniere diventano operative solo vent’anni dopo la scoperta, e negli ultimi vent’anni non è stato scoperto nessun grande giacimento.

La produzione di uranio è molto concentrata: l’80% viene da soli sei Paesi, Russia, Nigeria, Namibia, Kazakistan, Australia e Canada. E questo rende l’industria nucleare molto vulnerabile.

L’uranio è anche nell’acqua del mare. Ve ne sono disciolti 4 miliardi di tonnellate, sufficienti a rifornire le centrali nucleari attuali per 60.000 anni. Ma c’è una difficoltà, espone Isabelle Chevalley. La concentrazione è inferiore a 3 milligrammi per metro cubo.

Estrarre uranio dall’acqua del mare? Utopia. Ciclopico, costoso, complesso. Ci sono i dettagli, sul blog di Isabelle Chevalley: per estrarre l’uranio necessario a una centrale ci vorrebbe un’energia quasi pari a quella che la centrale può produrre.

Conclusione di Isabelle Chevalley: è totalmente illusorio voler costruire nuove centrali nucleari. E’ una conclusione “schierata”, dicevo: viene dal centro destra. Se Berlusconi volesse considerare…

Dal blog 24 Heures di Isabelle Chevalley manca l’uranio, altro che nuove centrali nucleari!

Isabelle Chevalley su Wikipedia

Ecologie libérale

Leggi Energia a buon mercato, non c’è nucleare che tenga

Leggi Francia nucleare, il mito dell’autosufficienza energetica

Leggi Nucleare italiano, ma quanto ci costi?

fonte:Manca l’uranio, altro che nuove centrali nucleari!

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come è iniziato

29 novembre 1947 – Le Nazioni Unite approvano la risoluzione 181 (votano a favore URSS, USA e Francia, ma gli Stati arabi votano contro; la Gran Bretagna, la Cina ed altri si astengono), che prevede la divisione della Palestina in tre parti:
– uno stato ebraico sul 56% del territorio
– uno stato palestinese
– una zona internazionale che comprenda Gerusalemme e Betlemme.
Il confine tracciato viene definito “Linea Verde”.

E’ l’inizio della catastrofe, che culminerà nel 1948, con la creazione di Israele sulle terre, sulle città e sui villaggi della Palestina, e con la diaspora di milioni di palestinesi.

“A partire dalla mattina successiva (18 dicembre 1947, ndr) all’adozione della Risoluzione di spartizione, i 75.000 palestinesi della città furono sottoposti a una campagna di terrore istigata congiuntamente dall’Irgun e dall’Haganà. Arrivati soltanto da pochi decenni, i coloni ebrei avevano costruito le loro case più in alto sulla montagna. Quindi abitavano sopra i quartieri arabi e da lì potevano con facilità bombardarli e fare i cecchini. Avevano cominciato a farlo di frequente fin dai primi di dicembre. Usavano anche altri sistemi di intimidazione: i soldati ebrei rotolavano barili pieni di esplosivo ed enormi palle di acciaio giù nelle aree residenziale arabe e versavano lungo le strade olio misto a carburante, al quale poi davano fuoco. Appena i palestinesi, presi dal panico, correvano fuori di casa per cercare di spegnere quei fiumi di fuoco, venivano colpiti dal fuoco delle mitragliatrici.

Nelle aree dove le due comunità intrattenevano ancora delle relazioni, l’Haganà portava a riparare le automobili nei garage palestinesi, le riempiva di esplosivi e detonatori, e così seminava caos e morte. Dietro questo genere di assalto c’era un’unità speciale dell’Haganà, la Hashahar (‘aurora’), composta di mistarvim – letteralmente in ebraico, “diventare arabo” – cioè di quegli ebrei che si travestivano da palestinesi.

(…)

La fase che seguì introdusse un capitolo nuovo nella storia della Palestina. (…) Il villaggio scelto dall’Alto Comando fu Balad al-Shaykh, luogo di sepoltura dellao Shaykh Izz al-Din al-Qassam, uno dei leader più venerati e carismatici degli anni Trenta, ucciso dagli inglesi nel 1935 (…). A un comandante locale, Haim Avinoam, venne ordinato di ‘circondare il villaggio, uccidere il maggior numero possibile di uomini e danneggiare le proprietà, ma di astenersi dal colpire donne e bambini’. L’attacco ebbe luogo il 31 dicembre e durò tre ore. Si concluse con la morte di oltre 60 palestinesi, non tutti erano uomini. Ma notate bene che in questo caso si faceva ancora distinzione tra uomini e donne: nell’incontro successivo la Consulta decise che per le operazioni future questa distinzione era una complicazione inutile. Nel momento in cui veniva attaccato Balad al-Shaykh, le unità dell’Haganà di Haifa testarono il campo con un’azione molto più drastica: entrarono in un quartiere arabo della città, Wadi Rushmiyya, espulsero gli abitanti e fecero saltare in aria le case. Si può considerare questo come l’inizio ufficiale delle operazioni di pulizia etnica nelle città palestinesi. Mentre venivano commesse tali atrocità gli inglesi mostravano indifferenza.

tratto da “La pulizia etnica della Palestina“, di Ilan Pappe, Fazi editore, 2008, pagg. 79-82

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tanti auguri don Pierino

da grande uomo quale è, il nostro premier non ha trascurato di porgere pubblicamente i suoi personali auguri a Pierino Gelmini (ex Don, il Vaticano ha ben pensato che questo prete accusato di pedofilia fosse di troppo tra le sue fila)

nulla di strano, sappiamo quanto sia educato il nostro caro presidente del consiglio e di come ci tenga a fare tutto di persona… quel che rende diversa la telefonata di auguri a Don Gelmini è che sia l’unica ad essere stata fatta pubblicamente (fonte: la Repubblica)

in se per se non di ci sarebbe nulla di male… ma dovendo scegliere di rendere pubblica una sola telefonata di auguri, perché scegliere quella fatta ad un personaggio così controverso e implicato in tante vicessitudini giudiziarie?

leggendo l’articolo su Repubblica parrebbe che l’unica vicenda giudiziaria che vede coinvolto Don Pierino Gelmini sia l’accusa di molestie sessuali nei confronti di ragazzini ospiti delle sue comunità di recupero…

in realtà l’articolo è fin troppo politicamente corretto e l’autrice Alessandra Arachi avrebbe potuto documentarsi meglio per poter ricordare ai suoi lettori chi è Don Pierino Gelmini per lo stato italiano:

  • bancarotta fraudolenta
  • emissioni di assegni a vuoto
  • truffa
  • ha sfruttato l’incarico di segretario del cardinale per organizzare un’ambigua ditta di import-export con l’America Latina
  • fallimento di una cooperativa edile mentre lui ne gestiva la cassa
  • amava farsi chiamare «monsignore», e per questo motivo fu diffidato della Curia
  • finito nel cattolicissimo Vietnam del Sud dove era entrato in contatto con l’arcivescovo della cittadina di Hué lo denunciarono per appropriazione indebita, tanto che la vicenda finì sui giornali titolando «Chi è il monsignore che raggirò la vedova di Presidente vietnamita»
  • costretto a rientrare in Italia «Gli danno quattro anni di carcere, nel luglio del ‘71. Li sconta tutti. Come detenuto, non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per evitare “promiscuità” con gli altri reclusi»
  • finì in carcere assieme al fratello, ad Alessandria, per un giro di presunte bustarelle legate all’importazione clandestina di latte e di burro destinati all’Africa

mi pare che a carico di questo Pierino Gelmini ci sia molto di più che

Accuse pesanti: molestie sessuali ai ragazzi della sua comunità. Uno, due, sette, dieci. Cinquanta accusatori. Il processo è ancora in piedi, Pierino Gelmini è stato rinviato a giudizio. Ma è dal marzo scorso, ormai, che l’udienza preliminare si trascina tra rinvii e dilazioni

lecito il sospetto che Pierino Gelmini possa  dire, senza tema di smentita, “lassù qualcuno mi ama”

tra i politici che si sono personalmente pronunciati in suo favore citiamo:

la lista potrebbe continuare ma io mi fermo qui perché si allungherebbe troppo, inoltre dovrei ritornare a parlare di Silvio Berlusconi e la cosa alla lunga diviene seccante

Come al solito i giornalisti all’estero reputano i loro lettori più intelligenti, capaci quindi di essere messi al corrente di tutti gli aspetti di una vicenda, infatti il New York Times, che raramente dà spazio a notizie provenienti dall’Italia, si è occupato dell’inchiesta aperta su don Gelmini titolando «Prete italiano accusato di molestie sessuali da ex assistiti» e  presentando il religioso ai suoi lettori come «un prete vicino ad alcuni dei politici italiani più potenti»

da leggere anche: (Don) Gelmini: sotto processo, può contare su una valigia di denaro da Berlusconi con la benedizione del sindaco di Amelia

fonti e per approfondire:

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schiavi e liberi

tutti gli uomini si distinguono, come in ogni tempo anche oggi, in schiavi e liberi; poichè chi non ha per sè due terzi della sua giornata, è uno schiavo, qualunque cosa poi sia: uomo di stato, commerciante, funzionario, dotto – Friedrich W. Nietzsche in Umano, troppo umano

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le regole europee

Le regole dell’Unione Europea valgono quando fa comodo. Quando c’è da mandare Rete4 sul satellite, con una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, allora non si applica.

Al momento in cui si doveva decidere quale percentuale di Iva dare a Sky, allora erano in gioco ancora gli interessi del Presidente Berlusconi, che pretendeva il 4%. Tanto che il 10% fu, a quel punto, una mediazione.

Ma si tratta di errori, sviste, conseguenze non premeditate? Guarda caso, non sbagliano mai contro Mediaset. Sbagliano sempre a favore. Questo la dice lunga sull’eventuale buona fede in questa materia.

fonte: Osservanza di comodo

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la storia delle cose

Le affermazioni del video sono documentate nel sito inglese The Story of Stuff.

fonte: Blogeko

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disdici legalmente il canone RAI

Se la Rai, il Governo ed il Parlamento non rispettano le leggi, perché dovrebbero farlo gli utenti della Rai continuando a pagare il canone-imposta sulla tv?
Da anni siamo impegnati per l’abolizione di questa imposta e abbiamo sempre invitato i contribuenti a rispettare la legge pagando l’odioso balzello se in possesso di un apparecchio televisivo. Da troppo tempo, però, è imbarazzante invocare questo rispetto, quando sono le istituzioni per prime a violare la legge. Ecco l’elenco di alcune delle violazioni più eclatanti che riguardano la tv di Stato:

  • mancato insediamento della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, cioè il controllo del legislatore (e quindi del popolo italiano) sull’operato dell’informazione di Stato;
  • la Rai non ha ancora pubblicato sul proprio sito l’elenco delle consulenze esterne e relativi compensi in violazione della legge n. 244/2007 e della circolare DPCM 16/3/07. Anche una interrogazione parlamentare e un esposto alla procura della repubblica non hanno per il momento dato alcun risultato;
  • la Rai impedisce ai cittadini di disdire il canone, ignorando le richieste di suggellamento e di disdetta;
  • richieste intimidatorie e continue di pagamento del canone da parte della Rai a coloro che non hanno un apparecchio televisivo;
  • condotta truffaldina da parte di incaricati Rai che, intrufolandosi nelle case dei contribuenti in modo arrogante e spesso irrispettoso, invitano chi è sprovvisto di tv a firmare dichiarazioni di possesso di apparecchi televisivi spiegando che si tratta solo di una ‘firma per ricevuta’ o per presa visione;
  • da due anni il Governo non risponde a cinque interrogazioni parlamentari e un interpello dell’Agenzia delle Entrate su quali apparecchi, oltre al televisore, sono soggetti al canone. Ma la Rai richiede illegittimamente alle famiglie (ma, chissà perché, non alle imprese!) il pagamento del canone anche per il possesso di un pc, di un cellulare o di altri apparecchi non televisivi;
  • violazione delle norme sulla pluralita’ dell’informazione: la Rai offre spazi record al Governo e ad alcune forze politiche, censurandone altre, come recentemente ribadito dall’Autorità per le garanzia nelle comunicazioni (e non e’ la prima volta);
  • mancata attuazione della legge che prevede l’esenzione dal canone per i cittadini ultrasettantacinquenni con reddito minimo;
  • i programmi Rai sono spesso inguardabili (questa e’ una mera violazione dei nostri personalissimi gusti…ma forse non siamo i soli a pensarla cosi’).

Fino a quando non sarà ristabilita la legalità, invitiamo tutti i contribuenti ad aderire all’iniziativa “Disdici il canone Rai”.
Non invitiamo i cittadini a partecipare a “scioperi” o a sospendere i pagamenti, in quanto sarebbero sanzionati con multe fino a 600 euro. Invece li informiamo su come disdire legalmente il canone.

disdici legalmente anche tu il canone RAI

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Causa persa per Berlusconi

The Economist vince la causa contro Berlusconi!!!

Nel luglio 2001 Silvio Berlusconi, allora capo del governo dell’Italia, intentò una causa in Italia ritenendo di che la rivista The Economist lo avesse diffamato nel suo articolo “Una storia italiana“, pubblicato dalla rivista il 26 Aprile 2001. La copertina della rivista titolava: “Perché Silvio Berlusconi non è adatto a guidare l’Italia”. Siamo lieti di annunciare che la Corte di Milano ha emesso un  giudizio rigettando tutte le pretese del signor Berlusconi e obbligandolo invece a pagare le spese alla rivista The Economist. Il giudizio in forma integrale è disponibile qui. The Economist non farà ulteriori commenti. Il signor Berlusconi è ancora una volta capo del governo dell’Italia.

tradotto da: The Economist, 5th September 2008

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