L’uranio sta finendo, fra il 2015 e il 2025 le centrali nucleari dovranno fermarsi per mancanza di combustibile.
Adesso che il Governo vuole imporre anche con la forza le centrali nucleari, Berlusconi forse farebbe bene ad ascoltare una voce che, mica dai no global!, viene dal centro-destra.
E’ quella della svizzera Isabelle Chevalley, dottore in chimica, fondatrice di Ecologie libérale, che si autodefinisce appunto “un movimento di centro destra”. Dell’uranio Isabelle Chevalley ha scritto sul suo blog 24 Heures. Ecco cosa dice.
Dal 2001 al 2007 il prezzo dell’uranio si è moltiplicato di 10 volte, da 7 a 75 dollari la libbra. A partire dal 1991 non si è estratto uranio a sufficienza per far fronte alle necessità delle attuali 450 centrali nucleari.
Nel 2003, la metà del fabbisogno è stata soddisfatta da scorie militari.
I giacimenti che vengono scoperti attualmente sono quasi tutti più poveri di uranio rispetto a quelli già sfruttati.
Soprattutto, un giacimento non viene mai sfruttato fino in fondo perché l’operazione non è conveniente dal punto di vista economico, nonostante l’alto prezzo.
Il prezzo del combustibile ora pesa solo per il 5-10% sul costo di una centrale. Il principale ostacolo allo sfruttamento dei giacimenti di uranio è legato ad ostacoli tecnici, quale che sia il prezzo di vendita.
Perciò la mancanza di uranio limiterà a poco a poco l’utilizzazione delle centrali nucleari fra il 2015 e il 2025. E’ bene pensarci prima di mettere in cantiere nuove centrali nucleari, nota Isabelle Chevalley, dato che si ammortizzano in 40 anni di funzionamento. Quarant’anni, almeno.
Si troveranno nuovi giacimenti? Le miniere diventano operative solo vent’anni dopo la scoperta, e negli ultimi vent’anni non è stato scoperto nessun grande giacimento.
La produzione di uranio è molto concentrata: l’80% viene da soli sei Paesi, Russia, Nigeria, Namibia, Kazakistan, Australia e Canada. E questo rende l’industria nucleare molto vulnerabile.
L’uranio è anche nell’acqua del mare. Ve ne sono disciolti 4 miliardi di tonnellate, sufficienti a rifornire le centrali nucleari attuali per 60.000 anni. Ma c’è una difficoltà , espone Isabelle Chevalley. La concentrazione è inferiore a 3 milligrammi per metro cubo.
Estrarre uranio dall’acqua del mare? Utopia. Ciclopico, costoso, complesso. Ci sono i dettagli, sul blog di Isabelle Chevalley: per estrarre l’uranio necessario a una centrale ci vorrebbe un’energia quasi pari a quella che la centrale può produrre.
Conclusione di Isabelle Chevalley: è totalmente illusorio voler costruire nuove centrali nucleari. E’ una conclusione “schierata”, dicevo: viene dal centro destra. Se Berlusconi volesse considerare…
Dal blog 24 Heures di Isabelle Chevalley manca l’uranio, altro che nuove centrali nucleari!
Isabelle Chevalley su Wikipedia
Ecologie libérale
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fonte:Manca l’uranio, altro che nuove centrali nucleari!